11 aprile 2008| Si
chiude oggi la campagna elettorale che passerà probabilmente alla
storia come la più noiosa e priva di contenuti che la memori dei
viventi ricordi… Da mesi le nostre case (e piazze) sono state
letteralmente seppellite da una quantità di comizi, trasmissioni e
tribune politiche con cui, una casta in verticale perdità di
legittimità tra la popolazione del nostro paese, tenta di giocare le
ultime carte di credibilità per la propria riproduzione.Grandi
assenti dai dibattiti politici, i nodi che contano di uno scontro
politico che pur non smette di giocarsi – nella battaglia quotidiana
per arrivare a fine mese – sulla pelle di milioni di uomini e donne che
comunque non rinunciano a farsi attori partecipi del proprio destino e
delle proprie istanze di liberazione. E questo anche nel sussurrare
sotterraneo della disaffezione e distanza dai rituali della politica
parlementare-istituzionale. Così, il fenomeno del grillismo (populismo
forcaiolo permettendo) è da leggersi (crediamo) come sintomo di una crisi generale (ed epocale) della rappresentanza.Dei bisogni della vita quotidiana (caro-vita, alloggi, reddito) così
come dei grossi temi di un apolitica all’altezza del presente (guerra,
trasformazioni del lavoro e politiche sui miganti) il sistema dei
partiti ha fatto in questi mesi scena muta. E’ un deserto di
prospettive e iniziativa quello di cui ci ha fatto spettacolo, ad ogni
latitudine dell’arco parlamentare, la politica istituzionale.
chiude oggi la campagna elettorale che passerà probabilmente alla
storia come la più noiosa e priva di contenuti che la memori dei
viventi ricordi… Da mesi le nostre case (e piazze) sono state
letteralmente seppellite da una quantità di comizi, trasmissioni e
tribune politiche con cui, una casta in verticale perdità di
legittimità tra la popolazione del nostro paese, tenta di giocare le
ultime carte di credibilità per la propria riproduzione.Grandi
assenti dai dibattiti politici, i nodi che contano di uno scontro
politico che pur non smette di giocarsi – nella battaglia quotidiana
per arrivare a fine mese – sulla pelle di milioni di uomini e donne che
comunque non rinunciano a farsi attori partecipi del proprio destino e
delle proprie istanze di liberazione. E questo anche nel sussurrare
sotterraneo della disaffezione e distanza dai rituali della politica
parlementare-istituzionale. Così, il fenomeno del grillismo (populismo
forcaiolo permettendo) è da leggersi (crediamo) come sintomo di una crisi generale (ed epocale) della rappresentanza.Dei bisogni della vita quotidiana (caro-vita, alloggi, reddito) così
come dei grossi temi di un apolitica all’altezza del presente (guerra,
trasformazioni del lavoro e politiche sui miganti) il sistema dei
partiti ha fatto in questi mesi scena muta. E’ un deserto di
prospettive e iniziativa quello di cui ci ha fatto spettacolo, ad ogni
latitudine dell’arco parlamentare, la politica istituzionale.
La città di Palermo è stata al
centro nell’ultima settimana di 2 momenti di mobilitazione attenti a
rimettere al centro dell’agenda politica di una città dove l’unico
problema sembra essere la mafia (TV docet) le questioni inaggirabili poste dai bisogni inappagati di vasti strati popolari.
PRoprio
sulla Sicilia si gioca una partita importante di questa competizione,
nell’accoppiata Pdl-autonomisti, ma soprattutto nella più generale
volontà di modernizzaione (e normalizzazione) dei quartieri popolari,
in vista della creazione di un’Area di Libero commercio Mediterranea per il 2010.
centro nell’ultima settimana di 2 momenti di mobilitazione attenti a
rimettere al centro dell’agenda politica di una città dove l’unico
problema sembra essere la mafia (TV docet) le questioni inaggirabili poste dai bisogni inappagati di vasti strati popolari.
PRoprio
sulla Sicilia si gioca una partita importante di questa competizione,
nell’accoppiata Pdl-autonomisti, ma soprattutto nella più generale
volontà di modernizzaione (e normalizzazione) dei quartieri popolari,
in vista della creazione di un’Area di Libero commercio Mediterranea per il 2010.
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