Cantiere Sigonella:come la base USA si prepara alle prossime guerre

di Antonio Mazzeo
La base siciliana di Sigonella è stata candidata dal ministro La Russa ad
ospitare il Sistema di sorveglianza terrestre AGS NATO. Intanto si
moltiplicano i lavori di costruzione ed ampliamento di piste aeree, hangar e
sistemi di telecomunicazione delle forze armate USA. In attesa dei velivoli
senza pilota Global Hawk, la stazione aeronavale si trasforma nel maggiore
centro logistico ed operativo per gli interventi di guerra in Africa, Medio
Oriente e Golfo Persico. Con un occhio puntato anche al Caucaso e alle nuove
frontiere dell’Est Europa.   
Nuovi bandi di gara per lavori sino a 6 milioni di dollari nella base Usa di
Sigonella. Il “Naval Facilities Engineering Command” della Marina militare
degli Stati Uniti d’America sta per firmare i contratti con le società
chiamate ad ampliare le infrastrutture della principale base aeronavale nel
Mediterraneo. Il primo dei contratti prevede la riparazione di una parte delle
piste di volo, la demolizione e la ricostruzione di circa 27,700 metri quadri
di superfici aeroportuali, il rifacimento dell’impianto d’illuminazione. Il
secondo programma prevede invece la ristrutturazione degli uffici, degli spazi
comuni e degli hangar dell’edificio n. 630.
Sigonella si conferma così come la base estera dove è maggiore lo sforzo
finanziario della Us Navy, 535 milioni di dollari negli ultimi otto anni per
il Piano Mega che ha modificato il volto delle due stazioni aeronavali (NAS 1
e NAS 2) in cui la base è divisa. Altri 15 milioni di dollari sono stati
stanziati a fine 2005 per la realizzazione di un nuovo oleodotto che risponde
alle accresciute esigenze di rifornimento degli aerei installati o in transito
(solo nel primo anno delle operazioni Iraqi Freedom ed Enduring Freedom, il
Sigonella Fueling Team ha fornito oltre 18 milioni e mezzo di galloni di
prodotti petroliferi a più di 5.500 aerei Usa e Nato). Circa 26 milioni di
dollari, inoltre, sono stati previsti per realizzare il “Global Hawk Aircraft
Maintanance and Operations Complex”, il centro operativo e di manutenzione dei
velivoli Global Hawk (RQ-A4), l’ultima generazione dei cosiddetti Unmanned
Aerial Vehicles – UAV, gli aerei senza pilota, teleguidati, la cui funzione
primaria è quella di spiare il fronte nemico, individuare gli obiettivi e
infine dirigere gli attacchi e i bombardamenti. Secondo il comando dell’Us Air
Force di Kaiserslauten (Germania), dalla base di Sigonella opererà infatti un
“piccolo squadrone di cinque velivoli Global Hawk”. La richiesta di spesa per
il centro di Sigonella è finalizzata a realizzare hangar e officine,
pavimentare l’area di arrivo e di stazionamento degli aerei, istituire una
“forza di protezione/antiterrorismo”, migliorare i sistemi di comunicazione.

Dall’Afghanistan all’Iraq, dal Corno d’Africa al Caucaso
A Sigonella i cantieri si moltiplicheranno anche nei prossimi anni. Stando al
voluminoso rapporto “Military Construction and Family Housing Programs –
Budget Estimates”, relativo alle previsioni di bilancio per l’anno fiscale
2007, presentato al Congresso dal Dipartimento della Marina Usa il 6 febbraio
2006, alla base siciliana verranno destinati nei prossimi tre anni
stanziamenti aggiuntivi per oltre 163 milioni di dollari. Tra i programmi più
impegnativi la realizzazione di non precisate “infrastrutture di supporto
operativo della base” (84 milioni di dollari) e la costruzione dell’”AIMD/GSE
Shop” (34 milioni), infrastruttura che potenzierà le funzioni dell’“Aircraft
Intermediate Maintenance Department, il dipartimento per la manutenzione e la
riparazione dei velivoli imbarcati sulle unità della V e VI Flotta e dei
caccia da guerra del Comando centrale europeo delle forze armate Usa. Ventuno
milioni di dollari andranno invece per creare una “facility operativa” per
l’EOD – Explosive Ordnance Disposal Mobile Unit Eight Detachment (EODMU 8), il
reparto speciale della Us Navy che cura la manutenzione di mine, armi
convenzionali, chimiche e nucleari e la loro installazione a bordo di
portaerei e sottomarini.
EODMU 8 fu assegnato a Sigonella nell’ottobre del 1991 per supportare le
operazioni del Comando della Marina Usa, dei servizi segreti statunitensi e
del Dipartimento di Stato in un’area compresa tra Europa, Africa e Medio
Oriente. Il reparto, in particolare, è stato operativo nel teatro di guerra
del nord Afghanistan sin dal 2002, mentre si è guadagnato lo scorso anno la
“Stella di Bronzo” per i “servizi” resi alle forze armate impegnate in Iraq.
Dal 2004 un gruppo di militari dell’Explosive Ordnance Disposal Mobile Unit 8
è pure operativo a Djbouti presso la nuova base di Camp Lemonier. In Corno
d’Africa il distaccamento di Sigonella ha addestrato le unità speciali di
Etiopia e Kenya in funzione antisomala, alla vigilia dell’attacco scatenato
contro le Corti islamiche. In proposito, a riprova del coinvolgimento diretto
di Sigonella in operazioni segrete non concordate in ambito Nato, è opportuno
menzionare che dal maggio al novembre 2006, dalla base siciliana hanno operato
gli aerei radar Orion P3-C del “Patrol Squadron 16 VP-16” di Jacksonville,
Virginia, nella raccolta d’informazioni che ha preceduto l’offensiva
Usa-Etiopia in Somalia.
Lo scorso 25 agosto, in occasione di una visita a Sigonella per la consegna
della “Stella di Bronzo” agli uomini di EODMU 8, il Comandante delle forze
navali Usa in Europa ha dichiarato che la base continuerà ad essere
importantissima per le operazioni in Iraq ed Afghanistan e “nel supporto
all’assistenza umanitaria nella Repubblica Democratica di Georgia”. Come dire
che la Russia torna ad essere nel mirino della portaerei Sicilia, proprio come
ai tempi dei missili Cruise di Comiso…  

L’US Air Force e la trasmissione dei codici d’attacco nucleare
Dalla lettura delle schede allegate al piano finanziario 2007 dei “Military
Construction and Family Housing Programs”, emerge però un altro dato
estremamente preoccupante sul futuro prossimo della base. La Us Navy prevede
infatti che entro la fine del 2012 il personale militare in forza a Sigonella
raggiungerà le 4.327 unità, contro le 4.097 presenti alla data del 30
settembre 2005. L’infrastruttura siciliana è l’unica tra le grandi basi navali
degli Stati Uniti in cui aumenterà il personale impiegato. Ad esempio, il
numero di militari Usa di stanza a Diego Garcia (Oceano Indiano) e Yokosuka
(Giappone) si manterrà costante, mentre una riduzione del 15% è prevista per
Agana, Guam.
Restano fuori dal computo i reparti che giungeranno in Sicilia per mettere in
funzione la stazione terrestre del nuovo sistema di telecomunicazione
satellitare MUOS (Mobile User Objective System) presso la stazione “sorella”
di Niscemi (Caltanissetta), nonché il personale dell’Us Air Force destinato al
 complesso operativo e di manutenzione dei velivoli senza pilota “Global Hawk”
(Sigonella). Nella base, intanto, opera un distaccamento dell’aeronautica
militare statunitense sin dal maggio 2001, data in cui fu trasferita da
Incirlik (Turchia), una delle stazioni terrestri del Global HF System (GHFS),
il sistema di comunicazioni in alta frequenza creato per integrare la rete
dello Strategic Air Command, assicurando il controllo su tutti i velivoli
aerei appartenenti al Dipartimento della Difesa.
Uno degli aspetti più importanti del GHFS è quello relativo alla trasmissione
degli EAM – Emergency Action Messages, gli ordini militari che hanno priorità
assoluta, primi fra tutti i cosiddetti “messaggi SkyKing” che includono i
codici di attacco nucleare. Le altre stazioni terrestri del sistema GHF
dell’Us Air Force sono quelle di Andersen, Guam; Andrews, Washington;
Ascension Island (Oceano Atlantico); Croughton, Gran Bretagna; Elmendorf,
Alaska; Hickam, Hawaii; Lajes (Azzorre); Offutt, Omaha, Nebraska; Salinas,
Portorico; Thule, Groenlandia, Yokota, Giappone; McClellan, Sacramento (USA).

Il centro “hub” per trasferire uomini, mezzi ed armamenti
La rilevanza strategica assunta da Sigonella non si limita però alle funzioni
di vigilanza, intelligence e telecomunicazione. Nella base siciliana è stato
creato nel 2005, il settimo “Fleet and Industrial Supply Center (FISC)” della
Marina Usa, a cui sono state attribuite tutte le operazioni di
immagazzinamento e smistamento di materiali, mezzi e sistemi d’armi sino ad
allora eseguite nei centri di Londra, Napoli, Bahrain e Dubai (Emirati Arabi
Uniti). Sigonella è divenuto così uno dei due “hub” d’oltremare dell’Us Navy
(l’altro è rappresentato dalla base navale giapponese di Yokosuka), e
rifornisce le installazioni e le unità da guerra presenti in Europa,
Mediterraneo, Oceano Atlantico ed Asia sud-occidentale. Gli altri cinque
centri FISC si trovano nelle basi statunitensi di Pearl Harbor, Hawaii;
Bremerton (Puget Sound), Washington; Norfolk, Virginia; Jacksonville, Florida;
San Diego.
Sigonella è inoltre una delle principali basi logistiche e di supporto della
Marine Air/Ground Task Force (MAGTF), la forza speciale costituita nel 1989
per garantire al Corpo dei Marines flessibilità e rapidità d’intervento negli
scacchieri di guerra. In tema di immagazzinamento e distribuzione di armi e
mezzi, Sigonella non è snodo centrale solo per i reparti della Marina. L’1
aprile 2004, la Defense Logistics Agency, l’agenzia per la logistica militare
del Dipartimento della Difesa, ha attivato nella base siciliana uno dei suoi
più importanti “Defense Distribution Depot”, affiancandolo ai centri-depositi
già operativi a Germersheim (Germania), Yokosuka, Guam, e in due basi di
Kuwait e Corea del Sud. Come ha spiegato il generale Kathleen M. Gainey,
comandante del DDC (Defense Distribution Command), i materiali e i beni
presenti a Sigonella vengono messi a disposizione dei reparti dell’Aeronautica
e dell’Esercito statunitense. ”La scelta di realizzare il Defense Distribution
Depot nella base siciliana – ha spiegato Kathleen M. Gainey – si deve proprio
al fatto che si prevede a medio termine una ulteriore espansione delle sue
funzioni logistiche”.

In vista del potenziamento della rete logistica di rifornimento mondiale, il
Dipartimento della Difesa Usa è impegnato in uno sforzo finanziario imponente:
per il periodo compreso tra il 2004-2011, sono previsti investimenti per 464,3
milioni di dollari.

       

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